In poche parole, ecolocazione umana è la capacità di riuscire ad orientarsi al buio (o senza l’ausilio della vista) sfruttando alcuni suoni e studiando il loro movimento nell’ambiente. Normalmente è una caratteristica di alcuni animali ma qui, in maniera piuttosto sorprendente, parliamo di un’applicazione umana.
Un cieco in bicicletta? Continuate a leggere!
Da qualche mese ho un allievo non vedente dalla nascita che ha deciso di studiare chitarra, Nicolas, 15 anni.
Ci ho pensato un po’ prima di accettare, mi sono fatto molte domande sul metodo da seguire, su come avrebbe percepito la non linearità dei tasti sul manico, la distanza delle dita, il passaggio tra una corda e un’altra e che cosa sarebbe stato raccontargli una semibreve, una pausa…
Ma questo non è un articolo rivolto ai non vedenti, tutt’altro! Piuttosto sarà utile a chi vuol vedere – anzi sentire – oltre!
Quello che più mi ha colpito durante le lezioni è l’orecchio e la memoria di Nicolas. Il mio insegnamento viene spesso semplicemente memorizzato, con una precisione e una concentrazione notevole, sia che si tratti di memoria tattile che uditiva.
Ho approfondito un po’ l’argomento “cecità e musica” scoprendo un mondo che ignoravo, un Braille musicale, una vastissima bibliografia, vari software di lettura (Braille Music Reader) che tramite un computer convertono uno spartito da Braille a notazione classica e viceversa.
In questa prima fase ho preferito comunque un approccio didattico più diretto ed istintivo: suono la frase musicale, gli “mostro” le posizioni, il sistema per raggiungere il tasto desiderato più velocemente e accuratamente possibile, lui ripete elaborando e memorizzando.
Ho studiato violoncello, i tasti non ci sono, in parte è una tecnica “cieca” basata sulla distanza delle dita e la posizione delle mani, la vista ovviamente aiuta ma si riescono ad avere risultati anche senza. Ho pensato che potesse funzionare anche con lui ed infatti per il momento funziona.
Come anticipato nella prefazione, non voglio però raccontare qui la mia esperienza con un tale singolare insegnamento. Non avendo avuto molte frequentazioni con non vedenti ed essendo anche abbastanza distratto dalla musica, a volte dimentico chi ho davanti, gli passo un plettro o gli chiedo di ripetere un accordo aspettando una reazione che, questo è il punto, incredibilmente spesso arriva!
Quello che a me sembra un movimento dal rumore impercettibile, come quello di passare un oggetto, toccare la chitarra in un determinato punto, viene molto spesso intercettato grazie all’allenamento uditivo. Non sto parlato dell’individuazione puntuale di una nota o di una frase musicale – che può anche essere banale per molti musicisti – ma del tracciamento della posizione di un oggetto, della posizione della mia mano, grazie alla percezione del rumore prodotto dallo spostamento, lo sfregamento di un abito. Nicolas è come se istintivamente percepisse la presenza di un ostacolo all’interno della sala, lo evita, capisce da che parte gli sto porgendo qualcosa, insomma ci sono molte cose che sorprendono.
Ecolocazione umana
Ho fatto qualche indagine su queste capacità uditive e ho trovato persone che ne hanno preso coscienza e le stanno scientemente sviluppando portando a livelli notevoli la propria possibilità di orientamento e di tracciatura di una mappa degli oggetti/ambienti circostanti. E’ un processo attivo, non un semplice orientamento acustico che si ottiene ascoltando ed interpretando l’ambiente circostante, si tratta di ecolocazione. La tecnica è, né più né meno, quella utilizzata dai pipistrelli e i delfini (e molti altri animali) per orientarsi. Vengono prodotti dei suoni/ultrasuoni e relativamente al loro modo di rimbalzare nell’ambiente e di tornare a chi li ha emessi si riesce a fare una mappa 3D di quello che c’è intorno. Praticamente il principio del sonar (“capacità di analizzare le caratteristiche dell’eco riflesso di un segnale acustico che investe un oggetto al fine di comprendere la forma e il movimento dell’oggetto stesso” – enc. Treccani).
Fin qui sembra ancora fantascienza. La scienza comincia invece quando ho visto Daniel Kish, non vedente dalla nascita, andarsene beatamente in bicicletta da solo!
Daniel è diventato – gioco forza – un esperto di ecolocazione ed è presidente di World Access for Blind, un’associazione che da un lato cerca soluzioni per i non vedenti e dall’altro le rende disponibili a chiunque voglia utilizzarle.
Seguendo questa strada, Daniel ha fatto dell’ecolocazione una materia di studio, di pratica e di insegnamento, portandone i limiti a risultati veramente sorprendenti.
Schiocca la tua lingua e saprai dove sei
La tecnica consiste nello schioccare la lingua. Lo schiocco della lingua produce un suono di frequenza alta e rapida. Siamo lontani dagli ultrasuoni degli animali ma è quello che umanamente più gli si avvicina con in più la semplicità dell’emissione. Le onde sonore prodotte urtano gli oggetti dell’ambiente e ritornano all’orecchio con angolazioni e ritardi diversi, vengono modulati in frequenza e si arricchiscono o impoveriscono di composizione armonica. Con il giusto esercizio, si riescono ad interpretare.
Solo per citare qualche esempio di successo dell’ecolocazione umana, Juan Ruiz è nel Guinnes dei primati per slalom in bicicletta “bendato” (è non vedente), Ben Underwood, sempre non vedente, riesce a giocare a basket e a fare canestro su un campo regolamentare, ad andare in skateboard (solo per dirne qualcuna)… vi rimando ai filmati in fondo a questo articolo per constatare con i vostri occhi.
Se siete arrivati a questo punto della lettura probabilmente starete istintivamente emettendo qualche schiocco di lingua, bene!
Fate una prova a camminare in silenzio con gli occhi chiusi con un muro o una porta davanti. Senza preavviso la beccherete quasi sicuramente in pieno!
Provate invece a camminare emettendo qualche suono intermittente, dicendo una parola o schioccando la lingua. Vedrete che vi fermerete in tempo, senza traumi cranici! Quello che succede è che ad un certo punto le onde sonore che ritornano alle vostre orecchie vi permetteranno di capire che c’è la presenza di un oggetto. La tecnica è ovviamente più complessa e richiede concentrazione e prove di ascolto con i più svariati oggetti, quelli grandi come una porta sono più semplici. Ogni oggetto ha un diverso potere riflessivo delle onde sonore e una diversa capacità di schermatura del rumore ambientale. Questo ci permette con il giusto esercizio di riconoscere una forma, la presenza di un materiale, la vicinanza o la lontananza di una parete.
Siamo musicisti e musicofili, tutto ciò non può lasciarci indifferenti! C’è un mondo uditivo intorno a noi che con un po’ di attenzione può essere scoperto e siamo solo agli inizi. Non voglio spingere nessuno ad orientarsi al buio o a lanciarsi in bici bendato!
- Vorrei solo stimolare l’interesse verso questo tipo di analisi, l’esame acustico di un ambiente a “prima vista”, capire che risposta può offrire una stanza, la capacità di ripetere o sopprimere una frequenza, che materiale abbiamo davanti, la bontà dell’acustica di uno strumento. Sono capacità che ogni esperto di settore sviluppa spesso inconsciamente.
L’ecolocazione umana e l’analisi acustica ambientale sono solo all’inizio di una ricerca che apre orizzonti che ancora non conosciamo. Mi piace pensare che la realtà che ci circonda abbia una mappa acustica che ci accompagna in ogni momento, come un brano musicale che ci racconta il non visibile in un linguaggio che dobbiamo solo imparare a cogliere.
Approfondimenti sugli argomenti trattati
– Ecolocazione umana su Wikipedia (inglese)
– Ecolocalizzazione Wikipedia.it
– Daniel Kish in bici (video inglese)
– Uno speciale su Juan Ruiz tratto dalla trasmissione “Superhumans” (inglese 2013)
– Speciale su Ben Underwood (inglese 2012)
– Un servizio sull’ecolocazione di Superquark (italiano)
– Manuale di notazione musicale Braille
– Contrapuncus – Software musicale gratuito di lettura Braille
– sito World Access For the Blind
L’articolo è scritto da me ed è ripubblicato su concessione di Ageofaudio.com