Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere. (Stendhal)
L’emozione derivante da opere d’arte di straordinaria bellezza, specie se concentrate in spazi ridotti, può generare disturbi psicosomatici che si manifestano con vertigini, mancanza d’aria, tachicardia, capogiri.
Il primo ad esserne colpito fu proprio Marie-Henri Beyle, noto come Stendhal, che nel 1817 in un viaggio a Firenze raccontò questo malessere chiamato anche Sindrome di Firenze.
Il disturbo venne individuato ed analizzato per la prima volta nel 1977 dalla psichiatra fiorentina Graziella Magherini, che descrisse ben 106 casi di turisti stranieri in visita a Firenze colpiti da episodi acuti di sofferenza psichica ad insorgenza improvvisa e di breve durata. Tali pazienti, soprattutto maschi, di età compresa fra 25 e 40 anni e con un buon livello di istruzione scolastica, viaggiavano da soli, erano provenienti dall’Europa Occidentale o dal Nord-America.
Il dato comune era l’interesse artistico del loro viaggio.
In epoca più recente si è scoperto che sintomi analoghi sono causati anche dalla musica.