Risposta rapida:
E’ un antichissimo stile musicale con radici ebraiche ed influenze balcaniche…. ma leggi anche il resto della storia, è interessante!
Questa storia musicale comincia in un’epoca lontanissima, percorrendo le strade che collegano l’oriente all’occidente, impregnandosi nei millenni di storia, di sangue, di distruzioni e rinascite e sopravvivendo come solo la musica a volte sa fare: dalla distruzione di un Tempio al tempio della musica, la Carnegie Hall!
E’ il 70dC, siamo a Gerusalemme, nello Stato di Giudea. Gli ebrei sono in rivolta già dall’anno 66dC contro i romani. Il generale romani Tito decide di porre fine al tumulto con un assalto tanto impietoso quanto definitivo: il Tempio di Gerusalemme viene raso al suolo, gli “oppositori” annientati. Quello che oggi resta è il famoso Muro del Pianto, meta obbligata per gli ebrei di tutto il mondo e luogo di pellegrinaggio di fede universale.
Tra i sopravvissuti, molti vengono venduti come schiavi, il resto è costretto ad abbandonare la propria terra per sempre. E’ l’inizio della diaspora, la migrazione, l’esilio, il dissolvimento di un popolo che a più riprese e varianti arriva fino ai giorni nostri. Gli ebrei cominciano il loro lento cammino. Una parte si dirige verso la Spagna e la penisola Iberica (la comunità Sefardita), un’altra si ferma in Asia (la comunità Orientale); l’ultima, quella che ci interessa di più per lo svolgimento di questa storia, si dirige verso i Balcani. E’ la comunità Ashkenazim.
La musica ebraica ha le sue radici nelle celebrazioni rituali, le feste, se ne parla già nella Bibbia prima di Cristo, ma a partire dalla sconfitta del 70dC i rabbini cercano in qualche modo di osteggiarla. C’è un popolo ora da ricostruire ed una terra da cercare! Nonostante i divieti, la tradizione di suonare ai matrimoni e ai funerali sopravvive.
In ebraico kli significa “oggetto, utensile”, zemer significa “fare musica”. Dall’unione di queste due parole nasce il termine Klezmer. La parola inizialmente è usata per indicare gli strumenti musicali (letteralmente strumento per fare musica) ma presto finisce per essere il riferimento di un vero e proprio genere musicale che riassume la musica queste piccole bande ambulanti amatoriali che suonano a matrimoni, funerali e bar mitzwah. I musicisti sono i klezmorim (plurale di Klezmer).
Il primo suonatore Klezmer documentato è in Samaria nel II secolo dopo Cristo, Yakobius ben Yakobius.
Lungo la strada che dalla Giudea porta all’Europa, la musica ebraica si arricchisce nei secoli di vari elementi, mescolandosi alle tradizioni popolari delle nazioni ospitanti e crescendo nei secoli, fino ai giorni nostri.
Già dal XVI secolo diventa un genere musicale vero e proprio, anche se bisognerà attendere la metà del XX per l’attribuzione di un nome specifico. Fino ad allora è indicata semplicemente come musica Yiddish.
Il Klezmer è facilmente identificabile grazie alle sue melodie espressive che a tratti ricordano la voce, con clarinetti e altri strumenti che ridono o piangono.
Si utilizzano strumenti trasportabili: violini, viole, il cimbalom, legni, ottoni e percussioni. Gli ottoni assumono un ruolo crescente a partire nascita delle bande militari del diciannovesimo secolo. Lo strumento emblematico del mondo ebraico dei ghetti è sicuramente il violino, ma dalla metà dell’800 nel klezmer acquisterà maggior rilievo il clarinetto apportando un contributo centrale che marcherà il carattere delle sonorità più tipiche.
Dal V-VI secolo c’è un altro popolo vittima di diaspora che viaggia per il mondo. Sono i rom, gli zingari, i gipsy… E’ inevitabile che le due culture musicali, che per un periodo migrano verso la stessa direzione balcanica, abbiano contatti, arricchendo ognuno la musica dell’altro. Le somiglianze tra i generi spesso si confondono. Un sodalizio che dura per trecento anni.
I klezmorim cominciano a suonare con i țigani lăutari (in rumeno zingari/gipsy suonatori), appartenenti all’etnia rom che in breve diviene nei Balcani e soprattuto in Romania la più numerosa minoranza (e lo è ancora oggi).
E’ proprio in Romania, con particolare riferimento a regioni come la Moldova, la Bessarabia, la Bucovina che si ha il maggiore sviluppo del Klezmer. Ancora oggi è evidente l’eredità in danze rumene come Hora e Sirbi, in generi vocali come Doina. Non è un caso che la maggior parte del Klezmer moderno e del suo repertorio arrivi dal lavoro musicale svolto nel diciannovesimo secolo in Basarab (Bessarabia), all’epoca proprio in Romania (ndr oggi solo per metà) e che la prima registrazione di cui si abbia notizia consista nelle “Fantasie Rumene” eseguite dal violinista Josef Solinski tra il 1907 e il 1908.
Fino al 1940, alla seconda guerra mondiale, ebrei e rumeni convivono in un rapporto di pari diritti (nel 1878, all’atto della creazione della Romania come Stato indipendente, vengono concessi agli ebrei pari diritti); i rom, schiavizzati per secoli, riacquistano la libertà dal 1850. La situazione cambia però velocemente e, con i pogrom russi di fine ‘800 e inizio ‘900, la seconda guerra mondiale e le persecuzioni razziali, cominciò una nuova emigrazione. La salvezza questa volte aveva per molti il nome degli Stati Uniti d’America.
A questo punto, ripercorrendo dall’inizio questa storia, sembra un po’ surreale che una musica rituale intonata oltre 2000 anni fa in Oriente, attraversa l’Europa e arriva all’estremo occidente influenzando pesantemente quello che sarà universalmente riconosciuto come Jazz!
Eppure è ormai noto il debito che il jazz deve al Klezmer. I musicisti ebrei che lasciano l’Europa portano con sé gli strumenti dando nuova linfa alla musica d’oltre oceano, introducendo elementi etnici, e l’uso degli ottoni.
Pensiamo all’ebreo figlio di genitori di origine russa George Gershwin (all’anagrafe Jacob Gerschowitz), Benny Goodman (clarinettista, figlio di immigrati russi), Stan Getz (all’anagrafe Stanley Gayetsky di genitori Ucraini), Leonard Bernstein (figlio di immigrati polacchi), Aaron Copland (figlio di immigrati russi), Irving Berlin (all’anagrafe Izrail’ Moiseevič Bejlin, nato in Biellorussia ed emigrato) che seppero miscelare le loro radici ebraiche con le tradizioni blues afroamericane riunendo vari generi musicali dalla classica, al jazz, al blues e al gospel.
Non è un caso che il primo film sonoro della storia sia “Il cantante jazz” (“the jazz singer”), del 1927, in cui un cantante ebreo, contro il volere dei genitori, smette di cantare in sinagoga e si dedica al jazz .
Curiosità
– La traccia più antica scritta della presenza di Klezmorim è del quindicesimo secolo
– Il primo concerto pubblico europeo di Klezmer fu tenuto dal russo Josef Gusikov nel 1835 con un particolare xilofono di sua invenzione. Liszt e Mendelssohn commentarono positivamente l’esecuzione.
– La prima registrazione di cui si abbia notizia è quella delle “Fantasie Rumene” eseguite dal violinista Josef Solinski tra il 1907 e il 1908.
Dove saperne di più del Klezmer?
Clarinet South Festival – 9-11 luglio 2015 – Sala Consilina(SA)
Master tenuto da Guido Arbonelli per clarinetto
L’articolo è mio su concessione di Ageofaudio.com